Non tutti sanno che...
La Comunità Familiare rappresenta una delle più efficaci risposte al disagio di un minore, anche se non è una soluzione esclusiva o da privilegiarsi in maniera indifferenziata. La ricerca pedagogica e anni di esperienza educativa diretta hanno consolidato la convinzione che a fronte dell’allontanamento di un minore dal suo contesto familiare, non vi sia una idonea collocazione che per tutti rappresenti la migliore tra le opportunità di crescita. Alcuni minori hanno bisogno di un contesto comunitario che si differenzi sostanzialmente da una struttura a carattere familiare, altri possono trovare nell’affido etero familiare una risposta idonea ai propri bisogni, molti sentono la necessità di una struttura educativa che tenga insieme la dimensione professionale e quella familiare, lo sguardo tecnico e un’accoglienza a carattere esistenziale.
La comunità famigliare si rivolge a quei minori che necessitano di un accompagnamento educativo significativo ed al contempo incondizionato, che hanno bisogno di sentirsi scelti, amati, accolti come persone e da persone, per rimarginare vissuti a volte distruttivi della propria autostima e fiducia nell’adulto: fonde l’aspetto affettivo e relazionale di una vita familiare “normale” a quello professionale della coppia educativa.
Lo specifico educativo della comunità familiare è quello di riuscire a mantenere chiari i confini di ruolo – “non siamo i tuoi genitori” – pur nella sperimentazione di una permeabilità tra la vita professionale e l’esperienza privata per cui “appartieni” ad un contesto familiare differenziandotene ed al contempo facendone parte.
La possibilità di condividere luoghi, regole e quotidianità con i figli naturali della famiglia, di far parte di un sistema vivo e reale nel quale preoccupazioni e soddisfazioni si rincorrono incessantemente, di partecipare ai momenti più intimi e privati (nascite, malattie, morti) consentono ai ragazzi di mettere a tema alcuni degli aspetti più delicati e profondi per un minore allontanato dalla propria famiglia che ha bisogno di nominare l’ambivalenza tra il desiderio di appartenere alla propria famiglia ed alla propria storia dovendosene però differenziare, di cercare un nuovo sistema di riferimento senza cedere alla tentazione di sostituirlo al proprio o di opporvisi in maniera incondizionata.
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